QCR n. 3-4/2024 “Il centenario matteottiano” “La città metropolitana di Roma Capitale”

E’ uscito il Quaderno del Circolo Rosselli n. 3-4/2024 “Il centenario matteottiano” “La città metropolitana di Roma Capitale”

Descrizione

«“L’aria di Fratta era calda quel giorno. Lo era sempre in agosto, soffocava, ci pesava addosso.

Io preferivo gli inverni, la neve che si accucciava tenera sulle nostre pianure, fresca, densa di quella purezza che adesso tanto mi ricordava Giacomo. Pesava la sua bara sulle nostre spalle, pesava la croce che il parroco reggeva in cima al corteo. Nell’afa di agosto non c’era niente di puro.

Già sentivamo il marcio che si faceva strada in quell’Italia che aveva tacitamente permesso il martirio del nostro Giacomo; un’Italia infetta, pensavo, traviata e prossima ad una fine già annunciata.

Da lì in poi, le cose sarebbero cambiate. Lo si respirava tutto intorno, lo si leggeva sui giornali che a breve sarebbero stati chiusi, lo si sentiva nei racconti di chi, come Giacomo, aveva il coraggio di parlare.

Di chi ne pagava le conseguenze. Quel giorno il treno aveva attraversato pianure e campagne, prima di arrivare a Fratta, prima di riportarcelo a casa in una bara mezza vuota.

Del corpo già non c’era più niente, solo le ossa c’erano rimaste, i denti con cui l’avevano riconosciuto. È lui, non c’è dubbio, l’onorevole Matteotti.

Cosa avevano visto i suoi ultimi occhi oltre al nero assassino e alla terra arida? Dove era andato, libero, il suo pensiero in quegli ultimi attimi? Avrei voluto essere un rado filo d’erba, un soffio di vento, avrei voluto essere il sole che scaldava Roma, per sentire le sue ultime parole e farmene portavoce.

Tempesta, così lo chiamavamo. Avevo sempre associato quel nome alla sua irruenza, alla sua capacità di perseverare instancabilmente come l’acqua che viene dal cielo e scava la terra, scuote gli alberi, inonda le vie, ma quel giorno avevo capito che Giacomo era diventato un’altra Tempesta. Una tempesta vitale che purifica, trascina via tutto quello che del mondo è sporco, porta alla luce ciò che sta sotto gli occhi di tutti ma ricoperto da uno strato di polvere…”»

Anya Crocetti