L’ultimo dei Quaderni del circolo Rosselli dedicato ai grandi temi della Sardegna
Il dibattito su identità, radici e prospettive ha la forma di un volume di quasi 500 pagine.
Dentro c’è davvero tutto: la Sardegna del presente e del futuro raccontata da un piccolo
grande esercito di intellettuali, studiosi, politici, artisti e amministratori.
L’ultimo dei Quaderni del circolo Rosselli – che è lo strumento editoriale della
fondazione che porta il nome dei fratelli Carlo e Nello Rosselli, antifascisti e teorici del socialismo liberale assassinati in Francia nel 1937 – si intitola Sardegna 2021. Un lavoro ambizioso e di alto profilo pubblicato in occasione dei 70 anni dal numero speciale della rivista Il Ponte che l’azionista Piero Calamandrei volle dedicare alla Sardegna del dopoguerra.
Una pubblicazione, quella fresca di stampa, che è stata curata nei dettagli da Krls, il collettivo di scrittura partecipata nato all’interno del Circolo Rosselli RisorgiMenti di Cagliari. «Piero Calamandrei fondò la rivista mensile Il Ponte nel 1945 – scrive nella presentazione del maxi volume Valdo Spini, presidente della Fondazione circolo fratelli Rosselli, direttore
dei Quaderni ed ex ministro Psi poi confluito nei Ds –. Negli anni cinquanta, la rivista dedicò
dei numeri speciali ad alcune regioni italiane. Quello della Sardegna era un numero
particolarmente importante perché veniva a riguardare una regione cui lo stato italiano
aveva da poco conferito un’autonomia speciale. Calamandrei si proponeva di far risaltare
l’identità peculiare delle regioni di volta in volta prese in considerazione, e quindi
questi numeri speciali davano largo spazio, non solo ai problemi
economici e sociali, ma anche alla storia, al costume, alla letteratura regionale». Da
qui, dunque, l’idea di sviluppare un lavoro simile a quello del 1951 – per il quale scrissero anche Palmiro Togliatti, Emilio Lussu e Antonio Segni – ma naturalmente incentrato sulla
Sardegna di oggi. O meglio, «un ampio lavoro di descrizione e di analisi della realtà e della
cultura della Sardegna degli anni venti del terzo millennio », come spiega ancora Spini.
«Abbiamo preso il ponte come metafora – sottolineano dal collettivo Krls – e abbiamo
iniziato a costruire un impianto di contributi che abbiamo raccolto da molti professionisti
intellettuali e che grazie ai loro scritti ci hanno permesso di approfondire i diversi aspetti
dentro un disegno complessivo ». Il volume che ha come coordinatore editoriale Carlo
Crespellani Porcella – nipote di Luigi Crespellani, il primo presidente della Regione che
tra l’altro scrisse per il numero de Il Ponte del 1951 dedicato alla Sardegna – conta una cinquantina di contributi che ruotano tutti attorno ai temi fondamentali riguardanti l’isola.
Si parla quindi di identità, economia, turismo, comunicazione, agricoltura, servitù militari,
innovazione, sfide, letteratura, arte, cinema, musica. E naturalmente, con specifiche
analisi, anche di autonomia di ieri, oggi e domani. (d.b.)