Venerdì 9 novembre Valdo Spini ha svolto questo intervento alla tavola tavola rotonda sul tema Riviste e beni culturali, organizzata a Firenze nel salone de’ Dugento in Palazzo vecchio dal Cric – Coordinamento delle Riviste Italiane di Cultura, del quale è presidente, nell’ambito di Florens 2012, biennale internazionale dei beni culturali e ambientali, del quale è presidente in quanto direttore dei “Quaderni del Circolo Rosselli”.
C’è un grave rischio per la libertà di espressione e di ricerca. Ed è il circolo vizioso che si è stabilito tra chiusura delle librerie, in particolare di quelle “storiche”, difficoltà per le piccole case editrici di andare sul mercato, pubblicazione delle riviste di cultura che vengono da queste case editrici.
Quest’ultime vengono poi a essere colpite dalla crisi economica che si riproduce in crisi di pubblicità, dall’innalzamento delle tariffe postali, dalle difficoltà di abbonamento e quant’altro.
Tutto questo si traduce di fatto in una concentrazione sempre più ristretta della circolazione delle riviste stesse, della loro conoscenza da parte dei potenziali lettori e quindi in perdita di libertà di espressione , di elaborazione, di ricerca e di cultura.
Le riviste possono e debbono reagire associandosi, collocandosi sulle piattaforme digitali, ma non possono più andare avanti se nei pubblici poteri non si afferma uno spirito nuovo, capace di dare non soldi, ma visioni, orientamenti strategie e capacità di mettere insieme i vari soggetti d questo mondo.
Come Cric abbiamo partecipato ed abbiamo messo su uno stand collettivo delle riviste italiane al Salon de la Revue di Parigi, giunto ormai alla XXII edizione. Il Salon de la Revue è sostenuto dal Centre du Livre , espressione del governo francese, che contribuisce alla vita di 256 riviste (in Italia nel 2011 nessun finanziamento alle riviste di cultura).
Perché in Italia il potere pubblico non ci aiuta a mettere insieme i soggetti suscettibili di convergere nell’organizzazione di un Salone delle Riviste anche in Italia? Potrebbe essere una richiesta che anche Florens 2012 potrebbe fare propria.
Il governo vara l’Agenda Digitale. Ma questa , ed è una richiesta ben precisa che formulo al Ministro Passera che chiuderà questo Salone, dovrebbe vedere i beni culturali e in particolare il patrimonio librario, documentario, storico-culturale, tra i protagonisti di questa vicenda, in grado di offrire in questo modo ai giovani un’occupazione qualificata.