Châtelain et ancien maire de Couterne, Edouard de Frotté est décédé
Propriétaire du château de Couterne (Orne) depuis 1952 et ancien maire, le marquis Edouard de Frotté est décédé à Paris ce mercredi 24 mars 2021, à 93 ans.
Trascrizione della video-intervista con il marchese Edouard de Frotté realizzata il 9 giugno 2019 al castello di Couterne, subito dopo l’omaggio al monumento dedicato ai fratelli Rosselli.
Alessandro Giacone: Grazie di accoglierci a casa sua. Siamo vicini al luogo dove sono stati uccisi i fratelli Rosselli. La vicenda fa parte della storia della vostra famiglia.
Edouard de Frottè: Esattamente. Abbiamo fatto la stessa lotta contro il fascismo e contro il nazismo. I miei due fratelli sono morti in deportazione in Germania dopo aver partecipato alla Resistenza francese. Non dovrei occupare questo luogo [il castello], ero il terzo per ordine d’età, ero troppo giovane per fare qualsiasi cosa, e quindi è toccato a me.
Nel [1937] lei non era qui, quando sono stati uccisi i fratelli Rosselli.
Io no, ero a Versailles. Mio padre è tornato precipitevolmente [qui a Bagnoles], e mi ha subito detto: “Non si saprà mai quello che è successo.” Alla fine, abbiamo finito per saperlo alla Liberazione: gli assassini sono stati incastrati perché erano stati filo-nazisti, o almeno filo-tedeschi. Ed è cosi’ che si è terminata la vicenda.
Da quel momento, ogni anno c’è gente che viene in pellegrinaggio, in particolare gli italiani, che vengono a vedere il monumento, che è stato scolpito in marmo di Carrara. Da un blocco di 22 tonnellate si è ricavato questo monumento che ne pesa 15.
L’assassinio si è svolto davanti a casa nostra, ma per puro caso. Gli assassini sono passati davanti, hanno bloccato l’auto dei Rosselli, li hanno assassinati e hanno gettato i corpi nel bosco. Poi qualcuno è passato per dei bisogni “molto naturali” e li ha scoperti.
Suo padre è immediatamente accorso, dopo la scoperta dei corpi?
Mio padre è venuto subito qui, ma ovviamente c’era ben poco da fare.
Quali sono i suoi ricordi dell’inaugurazione del monumento, nel 1949? Nel suo castello, lei conserva un libro d’oro con firme prestigiose, come quella di Ferruccio Parri.
Si, ho conservato quel ricordo importante. All’inaugurazione, c’era l’avv. Moro-Giafferri, il miglior avvocato francese dell’epoca: ha pronunciato un discorso seduto in una poltrona, ma ha conquistato tutti. Alla fine, Parri e tutti gli altri sono venuti qui a casa. Ecco come si è svolto tutto. Da li’ in poi, il monumento è stato visitato ogni anno da italiani di tutti i partiti, in particolare dai garibaldini.
Grazie di nuovo per la sua accoglienza e per la testimonianza.